Lettera da suor Alessandra Ferri dal Brasile

suor Alessandra a fianco del vescovo Erio. Insieme a lei anche don Luigi Gibellini e don Giovanni Vitale

suor Alessandra a fianco del vescovo Erio. Insieme a lei anche don Luigi Gibellini e don Giovanni Vitale

Ciao a tutti!
Dopo poco più di due settimane dall’arrivo in Brasile… cosa dire, se non le prime impressioni?
Un mondo molto diverso, un paesaggio molto diverso: da Salvador (dove sr. Manuela e io siamo arrivate di sera e dove è venuto a prenderci d. Luigi), con gran stradoni con poche indicazioni, alla casa delle suore che ci hanno ospitato a Itapoã, alla bellezza dell’oceano, al sertão (semi-arido), che si incontra venendo verso l’interno della Bahia, con paesini molto poveri sulla strada, dove i bimbi cercano di vendere ananas, bottigliette d’acqua o altro a chi passa in macchina… E poi il sole, caldo, molto forte, le vacche magre che si vedono brucare quel poco di verde, o bere in qualche pozza d’acqua, che non si sa bene da dove viene…
Poi l’arrivo a Ruy Barbosa, l’accoglienza degli Ospiti, delle Sorelle, della gente di qua.
Gli Ospiti sono molto belli: c’è un concentrato di piccoli di condizione e giovani di età. Il più piccolo è Francisco, 12 anni, la più anziana è Gea, che di anni ne ha più di 70, ma dice di averne 5. In pochi parlano, ma la relazione va al di là delle parole. Con qualcuno invece è molto difficile relazionarsi: la vita è un grande mistero!
In Casa c’è uno stile sobrio, ma c’è tutto! Si ricicla ciò che si può: vista la siccità che qui è di casa, l’acqua dei risciacqui delle lavatrici si riusa per gli sciacquoni, o per lavare per terra. L’acqua che si usa per lavare le verdure si tiene per dar da bere alle piante…
Guardandosi attorno, il bairro dove abitiamo è povero, c’è gente semplice, anche poco istruita (comunque sia, l’istruzione scarsa è un problema del Brasile). Poi tanta gente che sta lì, seduta fuori di casa e mi chiedo: come fanno a vivere?
Ci sono delle ragazzine del bairro che vengono spesso in Casa: aiutano ad alzare le bimbe, le pettinano (sono maestre in questo), danno loro da mangiare, si fermano a giocare tra loro… Speriamo che crescendo restino legate alla Casa!
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!”. Credo che la nostra presenza qui sia per questo: quanto abbiamo ricevuto nella vita, ora siamo chiamati a ridonarlo.
Ci sono tante cose diverse, ma l´importante, come tutti mi hanno detto, è mettersi in ascolto, non giudicare, entrarci pian piano (qui nessuno ha fretta).

Queste le prime impressioni. Continuate ad accompagnarci con la preghiera!
sr.Alessandra a nome dell’equipe